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DAMMI IL TUO CUORE FERITO ​- LA CONFESSIONE: PERCHÉ? COME?

Anno di pubblicazione: 2022
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L’autore
Fra Slavko Barbarić, OFM, nato a Dragićina nei pressi di Medjugorje nel 1946, è stato ordinato sacerdote nel 1971. Ha compiuto gli studi filosofici e teologici a Sarajevo e a Schwaz e ha conseguito il Magistero a Graz (Austria) nel 1973. Nel 1982 ha inoltre ottenuto il Dottorato in Teologia Pastorale a Friburgo (Germania).
Nel gennaio del 1982 egli ha iniziato a svolgere la sua attività con i pellegrini a Medjugorje, dove guidava esercizi e ritiri spirituali. Egli ha tenuto conferenze sugli avvenimenti di Medjugorje in tutto il mondo. Ha curato numerosi testi e volumi incentrati sulla spiritualità di Medjugorje, che oggi sono tradotti in una ventina di lingue. Fra Slavko è deceduto alle ore 15:30 di venerdì 24 novembre 2000 sul Križevac, al termine della Via Crucis, alla presenza di parrocchiani e pellegrini.

Descrizione
Per un vero cristiano questo sacramento costituisce una realtà centrale ed essenziale della vita di fede, la quale sarebbe inimmaginabile senza la riconciliazione con Dio e con i fratelli. Tale riconciliazione non può essere ottenuta con compromessi o reciproche concessioni, come fanno i politici, bensì con la totale trasformazione del cuore, che si realizza in pienezza unicamente nella Confessione sacramentale, accompagnata da sincera contrizione.
Preoccupa, tuttavia, il fatto che i credenti non sempre comprendono il sacramento della Confessione così come dovrebbero secondo lo spirito del Vangelo. Spesso lo intendono in maniera alquanto superficiale ed errata; non è raro, ad esempio, che ci si accosti a questo sacramento come a un gravoso processo penale cui bisogna in qualche modo sopravvivere. Quando poi in certi ambienti cristiani si comincia a parlare della Confessione, il più delle volte si sente dire e si arriva alla conclusione che confessarsi significa semplicemente enunciare i propri peccati e ricevere la penitenza e l’assoluzione. Alcuni che ritengono di non essere peccatori, o addirittura di essere perfetti, amano sottolineare con compiacenza che non hanno ucciso nessuno e non hanno rubato nulla: la loro Confessione si riduce a questo. Raramente annoverano tra i peccati anche quelli di omissione.
La Confessione va considerata, prima di tutto, come l’incontro dell’uomo peccatore con il Dio misericordioso, come il ritorno del figliol prodigo alla casa del Padre buono. Oggetto della Confessione non è solo il peccato commesso ma anche una buona azione non compiuta e soprattutto la mancanza d’amore verso Dio e il prossimo. L’amore è, infatti, il più grande comandamento della Legge e la mancanza d’amore è il più grande peccato contro la Legge, per i cristiani rappresentata dal Vangelo di Gesù. Chi non pecca contro la carità è veramente senza peccato. Tuttavia, tali uomini esenti da peccato non esistono. Neanche coloro che non hanno compiuto alcun male sono senza peccato se non realizzano in pienezza il comandamento dell’amore. Siamo tutti peccatori e feriti dal peccato. E a chi è ferito servono le medicine e le cure, così come al malato è necessaria la guarigione. Ecco cos’è la Confessione: cura e guarigione. La Confessione risana il nostro cuore ferito, guarisce il nostro essere malato. Dio stesso è medico e medicina, e il sacerdote che confessa è il mediatore. Se si comprende che cos’è realmente, ogni Confessione sarà più accurata e più facile da accettare.
Questo libro vuole aiutarti a sentire la meraviglia del fiore del tuo cuore e dei frutti che un cuore fiorito produce: AMORE, BONTÀ, PERDONO, MISERICORDIA, PACE, BENEVOLENZA, FORTEZZA, SAPIENZA. Vuole aiutarti a lavorare con gioia nel campo del tuo cuore perché ne vale davvero la pena.


L’autore scrive
Credo che ciascuno di noi si sia trovato di fronte a una domanda che lo ha tormentato e continua a tormentarlo: «Perché esiste il peccato? Perché alcune cose sono proibite e vengono considerate peccato?». Sono convinto che questo dubbio non ha risparmiato quasi nessuno: «Forse il peccato è un’invenzione creata solo per metterci paura, per tenerci a freno, per farci sottomettere più facilmente agli ordini?». Non abbiamo forse covato il dubbio, nel profondo della nostra anima, che il peccato possa essere stato un’invenzione degli adulti, dei genitori, della Chiesa o di altre persone che hanno fatto appello a Dio per agire secondo il proprio arbitrio?
Ciò che voglio dire sarà più chiaro se condivido un’esperienza personale. Già ai tempi del seminario mi tormentava un interrogativo: «Per quale motivo un atto è considerato peccato?». Non ho mai osato chiederlo ad altri, perché temevo di essere ritenuto sciocco o, peggio ancora, miscredente. Quella domanda mi seguiva come un’ombra e ha continuato a tormentarmi durante gli anni di studio. Dopo la mia ordinazione sacerdotale, ho cercato di prendere sul serio la santa Confessione ma la domanda diventava più insistente. Ascoltando le esperienze di molti penitenti, avvertivo in fondo all’animo che tanti non avevano compreso che cosa fosse il peccato e per loro la Confessione diventava facilmente una routine, tanto che non ero mai sicuro che fossero realmente pentiti.
Nei primi anni di sacerdozio ho vissuto una profonda crisi. Mi domandavo che senso avesse la Confessione. Dall’altare, nelle omelie, annunciamo la Buona Novella, parliamo del peccato e invitiamo i fedeli a lasciare le abitudini peccaminose. Eppure nella Confessione sentivo raramente qualcuno che facesse riferimento alle parole di Gesù che invitano a lasciare il peccato. Allora mi chiedevo dentro di me che senso avesse predicare, che senso avesse confessare. Avrei voluto vedere almeno qualche cambiamento da una Confessioneall’altra. Poiché non notavo mai alcuna differenza, la domanda dentro di me diventava sempre più forte e
assillante.
Ora mi rendo conto che per molte vocazioni sacerdotali ciò rappresenta l’inizio del dramma se non si comprende il senso della missione, soprattutto la missione della riconciliazione.
Mi rendo conto anche che molti cristiani, soprattutto i giovani, hanno difficoltà a confessarsi perché si domandano: «Perché devo ripetere le stesse cose? Per quale motivo devo dire certe cose al sacerdote?». Non di rado accade quindi che molti si limitano a confessare cose insignificanti e di poca importanza, mentre nascondono e omettono quelle importanti. Questo sarà sicuramente capitato a tutti i giovani, particolarmente negli anni della crescita e dello sviluppo. È il periodo in cui molti addirittura smettono di confessarsi. Il sacerdote si rende conto che chi si dovrebbe confessare non si confessa, e chi si confessa lo fa alla leggera, in modo superficiale. Mi viene in mente una donna che mi aveva chiestodi parlare della Confessione ma aveva subito messo in chiaro che non aveva intenzione di confessarsi. Ha iniziato con questa domanda: «Perché devo confessarmi con un sacerdote che è un uomo come me? Io mi confesso direttamente con Dio!». Mi sono fermato un attimo.
Mi sono sentito come attanagliato. Era quello che mi chiedevo anch’io. Non sapevo cosa rispondere, perciò ho detto: «Anch’io ho lo stesso problema con la Confessione. Perché cisi deve confessare con un sacerdote che è solo un uomo? Forse perché i sacerdoti sono curiosi e vogliono sapere che cosa avete fatto? Credo che nessuno dica loro qualcosa di nuovo. Conoscono già tutti i peccati, tutte le azioni degli uomini. Il suo problema è anche il mio problema...».
Per un attimo la donna si è bloccata e subito ci siamo capiti: ci dev’essere ben altro! C’è qualcosa di più profondo che va oltre il perché della Confessione. Si tratta dell’incontro tra il ferito e il Medico, tra il peccatore e il Santo, tra la persona afflitta e il Consolatore, tra la persona umiliata e Colui che innalza gli umili, tra l’affamato e Colui che sazia chi ha fame, tra lo smarrito e Colui che lascia le novantanove pecore per andare in cerca di quella perduta. Si tratta insomma dell’incontro tra l’uomo che è nelle tenebre e Colui che ha detto di essere la Luce, tra l’uomo che è senza via d’uscita e Colui che ha rivelato di essere la Via, tra l’uomo privo di vita e Colui che ha assicurato di essere la Vita. È l’incontro dell’uomo solo con Colui che vuole stare in compagnia dei figli degli uomini. Abbiamo conversato a lungo e la nostra visione della Confessione era alla fine “guarita”.

Tematiche
LA DOMANDA GIUSTA
IL PECCATO PIÙ GRANDE
LAVORARE SUL CUORE
CHI STABILISCE I CRITERI?
LA CONFESSIONE: PERCHÉ?
COME PREPARARSI ALLA CONFESSIONE
IL PENTIMENTO
LA PENITENZA
L’AZIONE DI SATANA
L’ESAME DI COSCIENZA

Editore: ICMM
Autore: fra Slavko Barbarić
Lingua: italiano
Lingua originale: croato
Traduzione di: Silvia Costa

Anno di pubblicazione: 2022
Formato: 195 x 120
Pagine: 120
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L’autore
Fra Slavko Barbarić, OFM, nato a Dragićina nei pressi di Medjugorje nel 1946, è stato ordinato sacerdote nel 1971. Ha compiuto gli studi filosofici e teologici a Sarajevo e a Schwaz e ha conseguito il Magistero a Graz (Austria) nel 1973. Nel 1982 ha inoltre ottenuto il Dottorato in Teologia Pastorale a Friburgo (Germania).
Nel gennaio del 1982 egli ha iniziato a svolgere la sua attività con i pellegrini a Medjugorje, dove guidava esercizi e ritiri spirituali. Egli ha tenuto conferenze sugli avvenimenti di Medjugorje in tutto il mondo. Ha curato numerosi testi e volumi incentrati sulla spiritualità di Medjugorje, che oggi sono tradotti in una ventina di lingue. Fra Slavko è deceduto alle ore 15:30 di venerdì 24 novembre 2000 sul Križevac, al termine della Via Crucis, alla presenza di parrocchiani e pellegrini.

Descrizione
Per un vero cristiano questo sacramento costituisce una realtà centrale ed essenziale della vita di fede, la quale sarebbe inimmaginabile senza la riconciliazione con Dio e con i fratelli. Tale riconciliazione non può essere ottenuta con compromessi o reciproche concessioni, come fanno i politici, bensì con la totale trasformazione del cuore, che si realizza in pienezza unicamente nella Confessione sacramentale, accompagnata da sincera contrizione.
Preoccupa, tuttavia, il fatto che i credenti non sempre comprendono il sacramento della Confessione così come dovrebbero secondo lo spirito del Vangelo. Spesso lo intendono in maniera alquanto superficiale ed errata; non è raro, ad esempio, che ci si accosti a questo sacramento come a un gravoso processo penale cui bisogna in qualche modo sopravvivere. Quando poi in certi ambienti cristiani si comincia a parlare della Confessione, il più delle volte si sente dire e si arriva alla conclusione che confessarsi significa semplicemente enunciare i propri peccati e ricevere la penitenza e l’assoluzione. Alcuni che ritengono di non essere peccatori, o addirittura di essere perfetti, amano sottolineare con compiacenza che non hanno ucciso nessuno e non hanno rubato nulla: la loro Confessione si riduce a questo. Raramente annoverano tra i peccati anche quelli di omissione.
La Confessione va considerata, prima di tutto, come l’incontro dell’uomo peccatore con il Dio misericordioso, come il ritorno del figliol prodigo alla casa del Padre buono. Oggetto della Confessione non è solo il peccato commesso ma anche una buona azione non compiuta e soprattutto la mancanza d’amore verso Dio e il prossimo. L’amore è, infatti, il più grande comandamento della Legge e la mancanza d’amore è il più grande peccato contro la Legge, per i cristiani rappresentata dal Vangelo di Gesù. Chi non pecca contro la carità è veramente senza peccato. Tuttavia, tali uomini esenti da peccato non esistono. Neanche coloro che non hanno compiuto alcun male sono senza peccato se non realizzano in pienezza il comandamento dell’amore. Siamo tutti peccatori e feriti dal peccato. E a chi è ferito servono le medicine e le cure, così come al malato è necessaria la guarigione. Ecco cos’è la Confessione: cura e guarigione. La Confessione risana il nostro cuore ferito, guarisce il nostro essere malato. Dio stesso è medico e medicina, e il sacerdote che confessa è il mediatore. Se si comprende che cos’è realmente, ogni Confessione sarà più accurata e più facile da accettare.
Questo libro vuole aiutarti a sentire la meraviglia del fiore del tuo cuore e dei frutti che un cuore fiorito produce: AMORE, BONTÀ, PERDONO, MISERICORDIA, PACE, BENEVOLENZA, FORTEZZA, SAPIENZA. Vuole aiutarti a lavorare con gioia nel campo del tuo cuore perché ne vale davvero la pena.


L’autore scrive
Credo che ciascuno di noi si sia trovato di fronte a una domanda che lo ha tormentato e continua a tormentarlo: «Perché esiste il peccato? Perché alcune cose sono proibite e vengono considerate peccato?». Sono convinto che questo dubbio non ha risparmiato quasi nessuno: «Forse il peccato è un’invenzione creata solo per metterci paura, per tenerci a freno, per farci sottomettere più facilmente agli ordini?». Non abbiamo forse covato il dubbio, nel profondo della nostra anima, che il peccato possa essere stato un’invenzione degli adulti, dei genitori, della Chiesa o di altre persone che hanno fatto appello a Dio per agire secondo il proprio arbitrio?
Ciò che voglio dire sarà più chiaro se condivido un’esperienza personale. Già ai tempi del seminario mi tormentava un interrogativo: «Per quale motivo un atto è considerato peccato?». Non ho mai osato chiederlo ad altri, perché temevo di essere ritenuto sciocco o, peggio ancora, miscredente. Quella domanda mi seguiva come un’ombra e ha continuato a tormentarmi durante gli anni di studio. Dopo la mia ordinazione sacerdotale, ho cercato di prendere sul serio la santa Confessione ma la domanda diventava più insistente. Ascoltando le esperienze di molti penitenti, avvertivo in fondo all’animo che tanti non avevano compreso che cosa fosse il peccato e per loro la Confessione diventava facilmente una routine, tanto che non ero mai sicuro che fossero realmente pentiti.
Nei primi anni di sacerdozio ho vissuto una profonda crisi. Mi domandavo che senso avesse la Confessione. Dall’altare, nelle omelie, annunciamo la Buona Novella, parliamo del peccato e invitiamo i fedeli a lasciare le abitudini peccaminose. Eppure nella Confessione sentivo raramente qualcuno che facesse riferimento alle parole di Gesù che invitano a lasciare il peccato. Allora mi chiedevo dentro di me che senso avesse predicare, che senso avesse confessare. Avrei voluto vedere almeno qualche cambiamento da una Confessioneall’altra. Poiché non notavo mai alcuna differenza, la domanda dentro di me diventava sempre più forte e
assillante.
Ora mi rendo conto che per molte vocazioni sacerdotali ciò rappresenta l’inizio del dramma se non si comprende il senso della missione, soprattutto la missione della riconciliazione.
Mi rendo conto anche che molti cristiani, soprattutto i giovani, hanno difficoltà a confessarsi perché si domandano: «Perché devo ripetere le stesse cose? Per quale motivo devo dire certe cose al sacerdote?». Non di rado accade quindi che molti si limitano a confessare cose insignificanti e di poca importanza, mentre nascondono e omettono quelle importanti. Questo sarà sicuramente capitato a tutti i giovani, particolarmente negli anni della crescita e dello sviluppo. È il periodo in cui molti addirittura smettono di confessarsi. Il sacerdote si rende conto che chi si dovrebbe confessare non si confessa, e chi si confessa lo fa alla leggera, in modo superficiale. Mi viene in mente una donna che mi aveva chiestodi parlare della Confessione ma aveva subito messo in chiaro che non aveva intenzione di confessarsi. Ha iniziato con questa domanda: «Perché devo confessarmi con un sacerdote che è un uomo come me? Io mi confesso direttamente con Dio!». Mi sono fermato un attimo.
Mi sono sentito come attanagliato. Era quello che mi chiedevo anch’io. Non sapevo cosa rispondere, perciò ho detto: «Anch’io ho lo stesso problema con la Confessione. Perché cisi deve confessare con un sacerdote che è solo un uomo? Forse perché i sacerdoti sono curiosi e vogliono sapere che cosa avete fatto? Credo che nessuno dica loro qualcosa di nuovo. Conoscono già tutti i peccati, tutte le azioni degli uomini. Il suo problema è anche il mio problema...».
Per un attimo la donna si è bloccata e subito ci siamo capiti: ci dev’essere ben altro! C’è qualcosa di più profondo che va oltre il perché della Confessione. Si tratta dell’incontro tra il ferito e il Medico, tra il peccatore e il Santo, tra la persona afflitta e il Consolatore, tra la persona umiliata e Colui che innalza gli umili, tra l’affamato e Colui che sazia chi ha fame, tra lo smarrito e Colui che lascia le novantanove pecore per andare in cerca di quella perduta. Si tratta insomma dell’incontro tra l’uomo che è nelle tenebre e Colui che ha detto di essere la Luce, tra l’uomo che è senza via d’uscita e Colui che ha rivelato di essere la Via, tra l’uomo privo di vita e Colui che ha assicurato di essere la Vita. È l’incontro dell’uomo solo con Colui che vuole stare in compagnia dei figli degli uomini. Abbiamo conversato a lungo e la nostra visione della Confessione era alla fine “guarita”.

Tematiche
LA DOMANDA GIUSTA
IL PECCATO PIÙ GRANDE
LAVORARE SUL CUORE
CHI STABILISCE I CRITERI?
LA CONFESSIONE: PERCHÉ?
COME PREPARARSI ALLA CONFESSIONE
IL PENTIMENTO
LA PENITENZA
L’AZIONE DI SATANA
L’ESAME DI COSCIENZA

Editore: ICMM
Autore: fra Slavko Barbarić
Lingua: italiano
Lingua originale: croato
Traduzione di: Silvia Costa

Anno di pubblicazione: 2022
Formato: 195 x 120
Pagine: 120